martedì 17 giugno 2008

PATTO TRA MAFIA E MASSONERIA

Dal Corriere

PALERMO - Massoneria e mafia strette in un patto segreto contro la giustizia, con il primo obiettivo di ritardare i processi ai boss delle cosche di Trapani e Palermo. I carabinieri hanno arrestato otto persone, in diverse città, accusate di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari, peculato, accesso abusivo in sistemi informatici giudiziari e rivelazione di segreti d'ufficio. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del tribunale di Palermo, Roberto Conti, su richiesta del procuratore Francesco Messineo, dell'aggiunto Roberto Scarpinato e del sostituto della Dda, Paolo Guido.
COINVOLTI IMPRENDITORI, MEDICI, BOSS. ARRESTATO UN POLIZIOTTO - L'inchiesta vede coinvolti professionisti, medici, imprenditori, boss e alcuni iscritti a logge massoniche e si è sviluppata anche attraverso decine di perquisizioni. Fra le persone arrestate vi sono un'agente della polizia di Stato, un ginecologo di Palermo, imprenditori di Agrigento e Trapani, un impiegato del ministero della Giustizia in servizio a una cancelleria della Cassazione e un faccendiere originario di Orvieto. Dei ritardi dei processi, oltre che gli esponenti delle cosche, si sono avvalsi anche singoli professionisti, come il ginecologo di Palermo, che era stato condannato anche in appello per violenza sessuale su una minorenne. L'uomo avrebbe pagato somme di denaro per tentare di ottenere l'insabbiamento del procedimento in Cassazione, che infatti risulta pendente da tre anni, per poi accedere alla prescrizione del reato.
IL PRIMO OBIETTIVO ERA RITARDARE I PROCESSI - Dall'inchiesta emerge che boss mafiosi, grazie all'aiuto di persone appartenenti a logge massoniche avrebbero ottenuto, dietro pagamento di tangenti, di ritardare l'iter giudiziario di alcuni processi in cui erano imputati affiliati a cosche di Trapani e Agrigento. Le indagini che hanno portato alla scoperta dei presunti intrecci fra boss e massoni diretti a ritardare i processi di alcuni affiliati alle cosche mafiose, sono state avviate dai carabinieri nel 2006. L'indagine, denominata "Hiram", coordinata dalla procura di Palermo, è stata coperta dal massimo riserbo, e ha preso il via da accertamenti svolti sulle famiglie mafiose di Mazara del Vallo e Castelvetrano, in provincia di Trapani. Oltre alle perquisizioni, che non sono ancora terminate, altri controlli vengono svolti anche su conti correnti bancari intestati agli indagati.

2 commenti:

Adduso ha detto...

Certo ... dirci che nessun magistrato sapeva nulla di questa situazione ... è come ritenere di stare raccontando una favola ad una platea di bambini della scuola materna.

autores ha detto...

Quello che in proposito si deve connotare purtroppo pare proprio il servizio segreto massonico creato che,non solo e' caduto ma e' stato sostituito non per nulla quello nuovo Grande Oriente che,non vale niente proprio come non e' valso il P2.RICORDATE DI CHI SONO IO DA TRENTANNI A QUESTA PARTE E DI COSA E' STATO FATTO PER NON PARLARE,COSA?niente.E RICORDATE IN PARTICOLARE CHE QUELLO CHE ERA STATO FATTO ERA SEMPRE E SOLO PER PARLARE.e per questo che ancora oggi ve lo posso schiaffare in faccia il mio culo.