venerdì 31 ottobre 2008

Venerabile tv?


Licio Gelli avrà su Odeon tv un programma tutto suo, in cui rivisiterà la storia d'Italia. Titolo: Venerabile Italia - La vera storia di Licio Gelli. I primi ospiti saranno niente di meno che Giulio Andreotti e Marcello Dell'Utri.

Vorrei provare a commentare, ma non ci riesco.

Mi viene solo una forte sensazione di nausea...



mercoledì 29 ottobre 2008

Chi ha detto cosa?

Chi ha pronunciato queste parole? Prova a indovinare...

1."Il governo è pronto a ricorrere alle forze dell'ordine per impedire l'occupazione di scuole e università da parte di quegli alunni che anche oggi continuano a manifestare contro il decreto XXX. Non permetteremo che vengano occupate scuole e università perché l'occupazione dei posti pubblici non è un fatto di democrazia ma di violenza nei confronti di altri studenti, delle famiglie e dello Stato (...). Convocherò il ministro dell'Interno e gli darò istruzioni dettagliate su come intervenire con le forze dell'ordine per evitare che queste cose succedano".


2. “Voglia far comprendere agli studenti […] che le loro agitazioni sono perfettamente
inutili e possono anzi avere conseguenze di grande rilievo non esclusa chiusura
università per l’intero anno scolastico. Considero riforma XXX come la più fascista
fra tutte quelle approvate dal mio governo. Voglia intanto prendere tutte le misure
perché l’ordine pubblico non sia menomamente turbato”.

SOLUZIONI
1. Berlusconi, 23 ottobre 2008 a seguito delle proteste in tutta Italia contro il decreto GELMINI e contro i tagli all'università.
2. Mussolini, 1923, in una circolare rivolta ai prefetti a seguito delle proteste in varie università d'Italia contro la riforma GENTILE

sabato 25 ottobre 2008

CONTRO LA LEGGE 133: SI ALL'UNIVERSITA' PUBBLICA

Ieri a Bologna, a partire dalle 15, si è svolta un'assemblea di Ateneo, convocata dal Senato Accademico, per discutere della legge 133.
E' stata un'esperienza molto coinvolgente prendere parte a questa assemblea, per vari motivi: non avevo mai assistito a un'assemblea di Ateneo "ufficiale" e l'Aula Magna era gremita di persone.

I punti controversi della legge sono tre:
1. un taglio del 10% del Fondo di Finanziamento Ordinario (in genere gli Atenei con il 90% dei trasferimenti statali pagano solo gli stipendi);
2. Il blocco del turn over: ogni 5 pensionati verrà assunta solo una persona nuova;
3. la possibilità per le università di scegliere di trasformarsi in fondazioni private.

Per quanto riguarda i primi due punti, si possono fare varie considerazioni di tipo politico, sottolineando che questo sarebbe il taglio più alto rispetto a tutti quelli precedenti; come ha sottolineato il preside di Scienze della Formazione, siamo in un paese che assume più carabinieri che bidelli, ma in Italia ci sono più bambini che delinquenti; inoltre, il nostro governo ha trovato denaro pubblico per Alitalia e le banche, ma denaro non ce n'è mai per l'istruzione PUBBLICA.
Per quanto riguarda l'ultimo punto, non è necessario neppure fare valutazioni politiche: la privatizzazione delle università, anche se solo eventuale, è assolutamente INCOSTITUZIONALE. Come ha sottolineato il professor Cimbalo, docente di Diritto Ecclesiastico alla facoltà di Giurisprudenza, l'art. 33 afferma:
l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione e istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Il che rende inammissibile l'ipotesi che non esista più in Italia neppure un'università pubblica.
A gran voce l'assemblea ha richiesto al Rettore e al Senato Accademico il blocco della didattica per un giorno e la soppressione della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico. Avanti con le lezioni in piazza, che non costituiscono una limitazione del diritto allo studio di quegli studenti che non condividono la protesta, ma costituisce un ritorno simbolico al tempo in cui si discuteva di cultura nelle piazze (si pensi agli Antichi Greci).

Si attendono risposte...

Per maggiori info visita l'articolo di La Repubblica

mercoledì 22 ottobre 2008

Colletti sporchi: intervista a Ferruccio Pinotti

In prossimità dell'uscita del suo nuovo libro, "Colletti Sporchi", ho intervistato Ferruccio Pinotti.

Può darci qualche anticipazione sul suo nuovo libro “Colletti Sporchi”?
Colletti sporchi, che uscirà con Rizzoli-Bur a novembre, è stato scritto a quattro mani con Luca Tescaroli, il coraggioso magistrato che ha fatto condannare gli assassini di Falcone e indagato sui mandanti occulti della stragi. Il libro affronta il tema dell'area grigia tra mafia, politica e finanza. E propone sconvolgenti verità in merito a molte vicende oscure. Questo attraverso il racconto di Tescaroli ma anche di magistrati come Giancarlo Caselli, Antonio Ingroia, Antonino Di Mattelo, Nicola Gratteri, Carmelo Petralia. Ma anche grazie all'analisi di economisti, banchieri, esperti di mafia.
Il suo libro “Berlusconi Zampano” è stato pubblicato solo in lingua tedesca. Perché non ha trovato editori in Italia?
Perché un libro scomodo, difficile, che batte piste mai battute. Ma non è detto che non accada.
Cosa pensa del tipo di opposizione “costruttiva” che sta portando avanti il Partito Democratico?
La valuto in modo molto critico: quando la democrazia è in pericolo serve una mobilitazione forte, non la politica dell'"appeasement", che provoca solo disastri. Non è nemmeno questione di essere di destra o di sinistra: il momento è gravissimo, comunque la sia pensi.
In “Opus dei segreta” ha descritto i legami strettissimi tra l’organizzazione fondata da Josemaría Escrivá ed ambienti dell’economia, della politica e della finanza in diversi paesi del mondo. In Italia vi sono anche altre organizzazioni cattoliche che fanno sentire pesantemente la propria influenza nelle istituzioni. Si pensi a Comunione e Liberazione. E’ possibile ravvisare somiglianze tra l’Opus Dei e Cielle?
Nella ricerca di contiguità con il potere politico ed economico vi sono sicuramente molte somiglianze. Tuttavia il metodo è diverso: CL è più aperta, trasparente, dialogica e non avvicina solo i vertici. L'Opus è più elitaria, esclusiva.
In “Poteri forti” ha svelato i retroscena della morte di Roberto Calvi mediante la testimonianza del figlio Carlo, il quale ha speso la sua vita per scoprire i responsabili della morte del padre. Uno Stato democratico dovrebbe quantomeno tentare di portare alla luce gli autori di un delitto: nel caso della morte di Calvi, l’Italia ha fallito. Oltre a ciò nel nostro paese sconvolge la mancanza di indignazione per eventi quali scomparse, attentati, stragi, i cui autori rimangono spesso sconosciuti. Cosa pensa di questo stato di disinteresse e rassegnazione in cui versano i cittadini italiani?
Il processo per l'omicidio Calvi è ancora in corso, speriamo che faccia luce sugli eventi e le responsabilità. resta scandalosa la sentenza con cui è stata chiusa la storia di piazza Fontana. E su piazza della Loggia si riparte da zero a novembre. Grave anche la nebbia che pesa sulla strage di Bologna. Un paese senza verità non ha futuro. Servirebbe una Truth and Reconciliation Commission come in Sudafrica.
Nei suo libri, schematizzando, lei ha parlato di mafia, massoneria, Chiesa cattolica, pedofilia. In relazione a quale di questi temi ha trovato maggiori resistenze nella raccolta di documenti e testimonianze?
In tutti questi ambiti. La pedofilia è stato un tema particolarmente difficile. ma censure e resistenze sono in agguato dappertutto se si scava veramente.
Siamo in una situazione di profonda crisi dell’informazione. Nei telegiornali e, spesso, anche nei quotidiani, le verità storiche sono distorte e c’è assenza di critica nei confronti del capo di governo. L’articolo 21 della Costituzione afferma: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero”. Quanto ciò è vero in Italia oggi? Crede che il web possa essere un buon canale di informazione per i cittadini?
L'informazione in Italia è quantitativamente elevata ma spesso di scarsa qualità, censurata o autocensurata. Il web è sicuramente un canale utile, ma serve più qualità, più selezione dei contenuti, più sobrietà o scatta un effetto di ghettizzazione che non aiuta l'informazione. L'invito ai giovani è comunque a utilizzare il web per esprimersi, fare ricerche, diffondere notizie scomode, suscitare dibattito, porre domande. auguri!

Ringrazio vivamente Ferrruccio Pinotti e aspetto di leggere Colletti Sporchi, che già mi sento di consigliare a tutti.
Per maggiori informazioni visitate Grandi inchieste, il blog di Ferruccio Pinotti.

giovedì 16 ottobre 2008

Lettera al Ministro Ombra della Giustizia

Introduco un post che mi ha inviato Adduso.
Si tratta di una lettera che ha scritto al Ministro Ombra per la Giustizia del Partito Democratico, Lanfranco Tenaglia, in occasione dell'approvazione nella Camera di un emendamento presentato dal Pd stesso. Esso prevede la non ammissibilità del ricorso in Cassazione nei giudizi civili, quando la sentenza di appello ha confermato quella di primo grado.
Ecco la lettera:


Egregio On. Lanfranco Tenaglia, Ministro-Ombra per la Giustizia del PD,
mi permetto di scriverle dopo avere appreso su internet che il governo è stato recentemente battuto alla Camera su un emendamento del PD alla manovra economica in materia di giustizia civile. L'emendamento riguarda l'appello nel processo civile, dichiarando non ammissibile il ricorso in Cassazione contro una sentenza di appello che confermi quella di primo grado. Presentato da Donatella Ferranti del PD, viene giudicato tecnico in ambienti del governo e della maggioranza, perché introdurrebbe un ulteriore filtro rispetto a un dato specifico.
Mi auguro, che nelle file dell'opposizione, qualcuno si possa rendere conto del gravissimo danno fatto ai comuni cittadini, soprattutto noi meridionali, che saremo ridotti che alla fine, per non soccombere davanti ad una notoria (senza generalizzare) "giustizia" locale preorganizzata (vedasi inchieste "rito peloritano" e "gioco d'azzardo") e quindi non consumarci economicamente ed esistenzialmente per risolvere i nostri problemi e conflitti, ci rivolgeremo (seppure oltremodo
sbagliando) come in passato ai "capi bastone" della zona.

Si è ancora in tempo per tornare indietro, perché si deve pure esprimere il Senato, e per questo da comune e semplice cittadino mi appello al Pd, affinché non ci venga messo attorno al collo di noi persone del Sud anche questo "laccio mafioso", in quanto per noi sarebbe veramente la fine e stavolta "senza Cassazione", poichéripeto, questa situazione (per la mia modestissima esperienza in trincea) potrebbe rappresentare una notevolissima limitazione di noi
cittadini del SUD quando tentiamo, bene o male, di resistere
all'evidente "sistema politico-istituzionale-affaristico mafioso" che ci
soffoca senza tregua.
Infine, mi sia consentito riportare un eloquente passo di un discorso di Paolo Borsellino, che ho tratto dal Blog Ribera Online e trascritto dal suo gestore Freeesud:

"...la verità è che vi è stata una delega inammissibile a magistrati e polizia di occuparsi essi solo della mafia... poi lo stato non ha fatto nulla per creare una amministrazione della giustizia efficiente in senso soprattutto civile... noi sappiamo del grande sfascio che c'è nella giustizia, soprattutto civile in Italia... mi riferisco al meridione ma ci sono grossi problemi del genere anche in tutte le altre parti d'Italia..."; in un altro brano dice: "...perché ci sono dei bisogni del cittadino che sono il bisogno di giustizia, di sicurezza sia dal punto di vista civile che dal punto di vista economico che il cittadino chiede gli vengano assicurati...";
"...quando queste cose non funzionano... ecco che queste organizzazioni traggono forza perché un surrogato di questa fiducia le organizzazioni criminali riescono ad assicurarlo... nel momento in cui sei io mi rivolgo a loro... si ha la possibilità di recuperare un debito... pagando un pizzo, in realtà si ha un servizio, mi protegge...".


Confido quindi nella Sua attenzione di Magistrato e Politico.

Distinti saluti,

Adduso

martedì 7 ottobre 2008

VIVA BERLUSCONI


Scusate, ma lo devo dire: Viva Berlusconi!!
Veltroni cercherà sempre di eguagliarlo, ma una misera copia non sarà mai come l'originale.

Ma come si può essere così servili, striscianti, nauseanti??? Titolo de Il Corriere: "Veltroni:crisi, pronti a collaborare". Risposta di Silvio: "Chi se ne frega". Bravo!!!
Sono stanca di queste preghiere per avere una parte nel governo del paese, ce ne sono decine ogni settimana da quando Berlusca è al governo! Basta!!!
Non lo sopporto più!!!
Veltroni, un altro lavoro ce l'hai: continua a scrivere su Ciak (nota: per chi non lo sapesse, Veltroni ha una rubrica sul mensile di cinema Ciak, edito da MONDADORI) e lascia in pace la politica italiana!!!

sabato 4 ottobre 2008

Suicidio di un professore antimafia

Giovedì si è suicidato un professore "antimafia": Adolfo Parmaliana, 50 anni, insegnante di chimica all'università di Messina. Nel suo comune, Terme Vigliatore, era stato artefice dello scioglimento del consiglio comunale per mafia, avvenimento a seguito del quale era rimasto isolato.
Due settimane fa era stato rinviato a giudizio in una causa per diffamazione (scrisse in un manifesto dopo lo scioglimento del comune "Giustizia è fatta", mentre il processo ai boss e ai politici si è arenato).
Il fratello Biagio Parmaliana crede che si tratti di suicidio causato dall'isolamento a cui Adolfo era stato condannato da politica e magistratura per la sua lotta antimafia. Giuseppe Lumia ha paragonato Parmeliana a Rita Atria, la testimone di giustizia che si suicidò dopo l'assassinio di Paolo Borsellino.
Nel suo blog The polite warrior, il professore scriveva
"Sono preso da tanti dubbi, da tante incertezze, da tante delusioni, da tante amarezze, da tante disillusioni ma comunque continuo a coltivare la speranza che l’uomo possa sempre perseguire un’idea di futuro migliore, un’idea di progresso, un’idea di cambiamento, un’idea di emancipazione culturale, un’idea di libertà, un’idea di riscatto. Questo è il mio stato d’animo a quasi 50 anni, comunista non calvinista, operaio nelle aule universitarie e nei laboratori di ricerca, disseminatore di nozioni scientifiche e di idee di progresso e non docente, attore e lottatore, mai spettatore, di una società che rischia il declino".