lunedì 21 settembre 2009

Se si volesse davvero rendere omaggio ai nostri "eroi"...

Oggi ho guardato la BBC. Come prima notizia, hanno dato l'annuncio che un esperto di strategie militari (purtroppo non ho capito il nome e quindi mi scuso per la notizia senza fonte) ha detto che in Afghanistan la guerra sarà persa, se non si cambia strategia e non si aumentano le truppe.
Non posso guardare telegiornali italiani, per cui ho dato un'occhiata ai siti di Corriere e Repubblica. Di una simile notizia non c'è traccia. Pensavo, dunque, che se si volesse rendere omaggio ai nostri "eroi", si dovrebbe cominciare ad approfondire seriamente la questione afghana e non riportare semplicemente le dichiarazioni o gli slogan dell'uno o dell'altro politico di turno, come al solito o gli urli di dolore (per carità, sinceri) dei partecipanti al funerale.
Ma in Italia la politica si fa solo con le dichiarazioni e non con le riflessioni critiche.
Posso proporre anche un altro esempio: qualche settimana fa ho visto un dibattitoin tarda serata su una rete irlandese che verteva sul trattato di Lisbona. Un famoso presentatore irlandese intervistava il politico di turno. Indovinate a chi applaudiva il pubblico?
Al presentatore, per le sue domande schiette. Il politico non è mai stato applaudito.
In Italia, sulla prima rete nazionale, avete mai visto una cosa del genere?

giovedì 17 settembre 2009

La scelta di arruolarsi

Oggi sono morti 6 militari italiani in Afghanistan e quattro sono rimasti feriti.
E' una notizia terribile per i parenti delle vittime. Non posso nemmeno immaginare il loro dolore.
Devo cogliere, al contrario, l'ipocrisia di quanto scrivono i giornali, di quanto dicono i politici e anche di me stessa.
Nessuno (a parte qualche sito internet probabilmente) spreca una parola sui CIVILI CHE TUTTI I GIORNI MUOIONO in Afghanistan. La missione doveva portare la pace, mentre in Afghanistan c'è ancora la guerra. I talebani hanno tagliato le dita a uomini e donne andati a votare nel giorno delle elezioni. Gli Stati Uniti e l'Europa hanno permesso ciò, PERCHE'??? Per il santo ideale della democrazia? Le guerre, da ancora prima che gli Achei andassero a Troia, si sono fatte per un solo motivo: ECONOMICO. L'America e l'Europa hanno permesso che agli afghani fossero tagliate le dita per i loro motivi economici.
Ora, dopo i morti italiani, la Lega propone di ritirare i nostri soldati dall'Afghanistan.
Solo ora che sono morti i "nostri"? Da parte dei nostri governanti, ancora tanta ipocrisia, razzismo, indecenza.
Questi ragazzi sono morti e ora vengono chiamati eroi. Non ci vedo nulla di eroico nella loro morte, e anche se fossero eroi, sarebbero comunque eroi morti. Cosa ci fanno, ormai, con il titolo di eroe? Sono morti per una guerra fatta per il petrolio, anche se nessuno lo ammette, e per servire qualcuno (il governo, l'esercito, la patria?) che per loro non morirà mai.
Questi non sono eroi. Si tratta solo di qualcuno che come altri, nella vita, per motivi economici, sociali o politici ha fatto una scelta sbagliata, che rischiava di avere, e purtroppo ha avuto, conseguenze irreparabili: la scelta di arruolarsi.

P.S. Questa è la mia modesta opinione. Spero che sia chiaro che non voglio offendere nessuno.

mercoledì 16 settembre 2009

A proposito di fannulloni...

Il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, il signor Brunetta, ha replicato oggi dall'home page del sito del ministero a un'inchiesta dell'Espresso. Riporta dati, cifre, filmati ma... era davvero il caso di replicare su un sito PUBBLICO?
Io paragonerei l'uso personale che il ministro ha fatto del sito all'impiegato del Comune che usa il telefono dell'ufficio per telefonate personali, considerato che l'inchiesta dell'Espresso era INtitolata "Brunetta bluff" e quindi era rivolta innanzitutto alla persona del ministro.
Ma a parte questo, non vi sembra che abbia un pò esagerato utilizzando tutto lo spazio dell'home page? Non era sufficiente un link per replicare nella normale home page?
A proposito di fannulloni, anche la sua collega Gelmini, ministro dell'Istruzione, ha qualcosa da dire. Ha recentemente detto. "Chi fa politica lasci la scuola". Lei, però, non ci ha pensato a lasciare la poltrona del ministero, dopo che è stato scoperto che è andata a fare l'esame di avvocato (falsificando la residenza, dunque) a Reggio Calabria, pur di passarlo: cosa certo non degna del peggiore Ministro dell'Istruzione. Tra l'altro, nel nostro paese, per fortuna, esiste ancora la libertà di insegnamento. Ma non mi fraintendete: non solo dei prof. di sinistra, ma anche quelli che votano lo schieramento della Gelmini. La prof.ssa di matematica più brava che abbia mai avuto era evidentemente di destra; ho mai pensato che dovesse andarsene dalla scuola? Ovviamente, NO. C'è poi da dire, infine, che con una tale frase si pesta i piedi da sola perché va a penalizzare proprio gli insegnanti di religione, che tanto ama: sono i primi a fare politica a scuola. Nel 2005, quando c'è stato il referendum sulla procreazione medicalmente assistita, la mia insegnante ha passato l'anno a dirci di non andare a votare. Non si tratta forse di propaganda politica??
"No - qualcuno mi risponderà (brrr, già lo sento nelle orecchie) - perché la Chiesa ha il diritto di orientare i cattolici nelle scelte etiche". Aaaaaah.... e orientare non vuol dire parteggiare e quindi fare politica?

Non solo fannulloni, ma pure ignoranti.

Ritorno. Questa volta davvero

Chiedo scusa a chi seguiva il mio blog per aver fatto sparire le mie tracce negli ultimi mesi.
Non so perché lo abbia fatto: ho tentato di ripartire, ma non ce l'ho mai fatta.
Forse di fronte alla tragedia immane che ha spazzato via la mia città, non riuscivo a pensare ad altro. Ma già da prima ero terribilmente delusa da tutto ciò che stava facendo il nostro governo e dal razzismo del popolo a cui appartengo, il che mi aveva portato ad allontanarmi dallo scrivere. "Tanto non serve a niente, quello che scrivo lo legge solo chi è d'accordo con me". Ma non me ne frega più niente. Oggi ho recuperato finalmente il potere di INDIGNAZIONE di fronte a quello che sta succedendo in Italia. Voglio far sapere, anche se non serve a niente, a Berlusconi, a Bossi, a tutti i ministri del suo governo, a tutti i parlamentari del governo, che IO CI SONO. Che non mi bevo le bugie che dicono, che non mi importa se metà del popolo italiano vuole essere come Berlusconi o ce l'ha con gli immigrati, PERCHE' IO NON SONO COSI'. Io non sono razzista, non voglio essere come Berlusconi nè come una delle donne del suo governo. Sono in Irlanda in Erasmus, e mi devo vergognare PER COLPA SUA E DEL SUO GOVERNO di essere italiana. Come se io lo avessi votato. Assolutamente no!
Da oggi si ricomincia, e più grandemente di prima.