sabato 29 novembre 2008

Si toglie la vita l'ex assessore coinvolto nell'inchiesta per gli scontri a Pianura

Da Il Corriere della Sera

NAPOLI
- Si è tolto la vita impiccandosi nella sua abitazione Giorgio Nugnes, 46 anni, ex assessore alla Protezione civile e alla difesa del suolo del Pd del Comune di Napoli, coinvolto nell'inchiesta sugli scontri dello scorso gennaio per la discarica di Pianura. Nugnes era stato sottoposto agli arresti domiciliari il 6 ottobre scorso, misura in seguito sostituita dal divieto di dimora nel quartiere di Pianura. Il 20 ottobre si era dimesso dal suo incarico.

SUICIDIO - La moglie e il fratello hanno tentato di rianimare l'esponente politico dopo averlo trovato impiccato in un sottoscala, ma senza esito. Nugnes (ex Dc, Ppi e Margherita, poi confluito nel Pd) era stato sospeso dal Partito democratico in seguito al coinvolgimento nell'inchiesta. Il divieto di dimora a Pianura era stato ridotto con il permesso di recarsi nella sua abitazione di via Grottole tre giorni alla settimana: lunedì, mercoledì e venerdì. Negli altri giorni risiedeva in una casa a Quarto, in provincia di Napoli. Alla base del gesto vi sarebbero «motivi personali», secondo quanto spiegano persone che erano a lui vicine prima dell’avvio dell’inchiesta giudiziaria.

INCHIESTA - Nugnes era stato arrestato con altre 35 persone con le accuse di associazione a delinquere, devastazione e interruzione di pubblico servizio. Le intercettazioni telefoniche mostrano che negli scontri avvenuti fra le forze dell'ordine e manifestanti anti-discarica nella notte tra il 2 e il 3 gennaio scorso, Nugnes dava informazioni a Marco Nonno, consigliere comunale di An, anch'egli arrestato, sui movimenti delle forze dell'ordine perché i manifestanti aggirassero i posti di blocco.

IERVOLINO IN LACRIME - Il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, ha appreso piangendo la notizia del suicidio di Nugnes mentre stava inaugurando due edifici scolastici. Profondamente commossa, il sindaco aveva detto di volersi recare con il suo vice, Sabatino Santangelo, nell'abitazione dove Nugnes si è tolto la vita poi ha deciso di attendere qualche ora per motivi di opportunità e per poter sentire prima la moglie dell'ex assessore. Infatti ci sono stati momenti di forte tensione sotto l'abitazione di Nugnes. Un gruppo di persone ha inveito e spintonato giornalisti e fotografi. Urla sono state rivolte anche contro le istituzioni. Per riportare la calma sono intervenuti i carabinieri, ma altre persone stanno impedendo a giornalisti e fotografi di entrare nella strada della casa di Nugnes.

giovedì 6 novembre 2008

Intervista a Benny Calasanzio

Ho avuto il piacere di intervistare via mail Benny Calasanzio. Lo ringrazio tantissimo.

Come è stata l'esperienza di scrivere il tuo primo libro?


Scriverlo è stato molto bello, purtroppo non lo leggerete mai. Un libro del genere, esposto a quintali di querele non è appetibile per nessun editore. Però si può comprare su internet, alla fine chi vuole informarsi vi va a carcare le informazioni, qui lo fa con più fatica; il risultato però è un risarcimento, promesso.

Il tuo blog si intitola "Benny Calasanzio - Il blog della legalità". Cos'è brevemente per te la legalità?

La Legalità per me è quella cosa dai contorni ben definiti ed inconfondibili che mi hanno insegnato mio nonno e mio zio con il loro sangue, con le loro membra massacrate dai proiettili. E' la tendenza innaturale dell'uomo ad essere ligio, corretto ed onesto. La natura dell'uomo invece è cattiva e deviata, diciamocelo senza problemi. La Legalità per me è l'unica cosa che mi rimane: difenderla, diffonderla ed innamorarmi di lei. E' bellissimo alzarsi la mattina e sentirsi veramente bene con la propria coscienza, sapendo di essere inattaccabili e orgogliosi del proprio cammino. La legalità la volevano sepolta tra le macerie di Capaci e di Via d'Amelio. Invece io e quelli della mia età siamo nati da quelle buche e oggi recriminiamo quel sangue che lo Stato ha contribuito a versare senza mai lottare veramente la mafia.


Come giudichi l'opposizione che il Partito Democratico sta facendo al governo? E quella dell'Italia dei Valori?

Ma parlare di opposizione per descrivere la buffonata che il Pd sta facendo in parlamento è ridicolo. E' un patto tacito, un baratto, un gioco delle parti indegno: mi sorprende che i militanti di sinistra, una volta attenti ed intransigenti stiano scivolando nel più becero garantismo e nella miopia ideologica. Per quanto riguarda Di Pietro, purtroppo non si può definire il migliore, ma il meno peggio. Era un grande giudice, ma da politico ha dovuto cedere a molti compromessi: basta guardare i suoi delegati di partito in Calabria e Campania.


In questi giorni si parla molto di riforma dell'istruzione. Quando andavo a scuola, la mafia era un argomento di cui si parlava pochissimo e la storia contemporanea era sempre trattata molto velocemente. La scuola dovrebbe preparare "bravi" cittadini. Non credi che questo dovrebbe avvenire anche attraverso una conoscenza più approfondita di mafia e giustizia, che impedisca, poi, di andare a votare certi personaggi?

Una volta una professoressa aveva lanciato la proposta di fare una vera e propria "ora di antimafia" a scuola. Purtroppo non se n'è fatto nulla. Questo mi ricorda tutti quei casi, praticamente sempre, in cui mentre parliamo nelle scuole i presidi si alzano e dicono: mi dissocio, qui non si fa parla di politica. Sono uomini che non hanno capito nulla, nè della loro missione nè della vita. Bisogna parlarne di politica, e delle collusioni che a volte ci sono. La politica è quella che decide il nostro futuro, perchè formare degli ignoranti? Perchè non informarli e dare la possibilità che questi ragazzi un giorno possano scegliere?

Qualche tempo fa è stato pubblicata una tua lettera su La Padania. Io non riuscirei mai a rivolgermi alla Lega, per salvare il paese da certe leggi che Berlusconi vuol fare, perché sono troppo distante dalle idee dei leghisti. Come è stato vedere pubblicato il tuo articolo sul giornale? E quali sono state le reazioni dei tuoi lettori e ascoltatori?

Ma sai, per me trovare spazio sui quotidiani nazionali è praticamente impossibile. In alcune redazioni, fonte certa, c'è un vero e proprio boicottaggio del mio nome. Dicono che sono "inattendibile". Poco male. La Padania ha pubblicato un mio articolo in cui sollecitavo la Lega a tenere duro sulla legge contro le intercettazioni, visto che era l'unica forza della maggioranza che aveva qualche perplessità. Riguardo alla Lega, la Lega delle origini aveva avuto il merito di raccogliere tutte le istanze della gente che voleva un nord diverso. Oggi, dopo essersi venduti (parlo di denaro) a Berlusconi, è solo un partito come un altro.

Per me è stato un duro colpo l'arresto di Del Turco. Lo avevo votato anche io quattro anni fa. Ho potuto capire più da vicino i motivi per cui tu non hai votato alle ultime elezioni politiche. Ho deciso di non tornare a casa per votare il 30 novembre perché mi sembra l'unica arma a mia disposizione per delegittimare la classe politica abruzzese, la quale, fra l'altro, sembra non aver appreso la lezione. Del Turco, infatti, ha dichiarato che continuerà a far politica, ma lontano dall'Abruzzo. Perché, a differenza degli altri paesi europei, in Italia sembra così assurda la richiesta che un politico indagato o condannato non si ripresenti a tutte le elezioni?

Magari Del Turco è perfettamente innocente. Ma una persona innocente non va in tv, con uno speciale a Porta a Porta,senza contraddittorio a ricostruire la sua verità. Anzi, se lo fa vuol dire che cerca la bagarre, che evidentemente le prove contro di lui sono enormi. Meglio buttarla in polemica. Se oggi in Italia qualche partito si fa dei problemi a mettere in lista gente indagata, parliamoci chiaro, è solo ed esclusivamente grazie a Beppe Grillo,non certo per iniziativa dei partiti. Ricordo solo una cosa. Che attualmente tra i deputati del Pd, un partito che viene dal Pci di Pio La Torre, siede Vladimiro Crisafulli, amico del boss condannato in Cassazione, Bevilaqua, di Enna. Amicizia, chiaramente, mai rinnegata.


L.'ultima domanda.
Roberto Saviano va via dall'Italia. Io non posso capire quello che ha provato in questi anni che ha vissuto continuamente sotto scorta, ma sicuramente comprendo benissimo che voglia andare via. Come lui, sono molti che combattono la mafia, ma rispetto all'intera popolazione, sono sempre una minoranza. Per quanto tempo ancora tutte queste persone potranno resistere di fronte a questa Italia, corrotta e senza coraggio?

Prima o poi tutto ha una fine. E non è detto che ad avere una fine sia la mafia. Se lo stato non si impegnerà veramente nel combattere la mafia e soprattutto la politica collusa, prima o poi questi "eroi moderni" lasceranno davvero l'Italia, perchè questa è una nazione brava a dare solidarietà, ma inabile all'azione: bravo Roberto, vai avanti, e tu che fai invece?

(Io da giustiziera un po' codarda sto pensando di andare a fare un master all'estero dopo la laurea... soprattutto dopo le ultime gaffe di Berlusconi...)