giovedì 31 gennaio 2008

AGGREDITO GIORNALISTA ANTIMAFIA


Martedì sera, a Palermo, è stato aggredito il giornalista antimafia di Telejato Giuseppe Maniaci. l'aggressione è stata fatta da due giovani, che l'hanno preso a calci e pugni. Uno dei due è stato riconosciuto come il figlio del boss di Partinico Vito Vitale. Maniaci aveva aperto il suo telegiornale antimafia con la notizia dei lavori del Comune in un'area dove si trovavano delle stalle di proprietà della famiglia mafiosa confiscate dallo Stato.
Telejato è un esempio di controinformazione in una terra dominata dall'omertà. Nasce a Partinico, vicino a Palermo, nel 1999 per iniziativa di Pino Maniaci, che acquista un canale, prima appartenuto al Pci e poi al Pds. Raggiunge 22 comuni nella provincia di Palermo per un totale di 150.000 spettatori. Il telegiornale, che va in onda ogni giorno alle 14.15, è visibile anche sul sito internet.
Maniaci ha spesso subito minacce e intimidazioni, l'ultima è stata una vera e propria aggressione.

SOLIDARIETA' A MANIACI E ALLA SUA CONTROINFORMAZIONE... Anzi, la voglio chiamare informazione.. perché l'informazione non dovrebbe aver paura di dire cose scomode... di dire la verità.... e, purtroppo, l'informazione che gode di visibilità non lo fa.

mercoledì 30 gennaio 2008

BERLUSCONI INCORONATO!!!


Ci manca solo che i giornali ci annuncino: "Udite, udite, gente! Berlusconi è stato incoronato!!!"

Oggi il Cavaliere è stato assolto nel processo SME perché, quando fu al governo, cambiò la legge sul falso in bilancio.
La gravità della questione non ha eguali e, a mio avviso, mostra la fragilità del nostro sistema democratico (ancor più, oserei dire, dell'attuale crisi di governo).
Un uomo, per interesse personale, è divenuto presidente del Consiglio, e ha cambiato una legge per salvare se stesso. Le procedure, le modalità sono diverse da quelle che potevano aversi in una monarchia assoluta (senza troppi complimenti, un re era legislatore, giudice ed esecutore...), tuttavia la sostanza non cambia. Che democrazia è quella che non ci ha protetto dal fatto che l'uomo più potente del paese, con diversi processi in corso, fosse eletto capo del governo e facesse leggi ad personam? "Legge" e "ad personam" sono parole antinomiche, e l'una non dovrebbe MAI essere affiancata all'altra, perché la legge dovrebbe avere portata GENERALE ed ASTRATTA.

Quell'uomo, probabilmente, a breve tornerà a governare... e noi cosa faremo? Staremo a guardare, ancora una volta, per cinque lunghi anni? Uno studente di diritto può facilmente rendersi conto che nel corso del suo mandato il governo di Berlusconi ha toccato ogni settore dell'ordinamento, per lo più con esiti catastrofici... per fortuna non è riuscito a toccare solo la Costituzione... La Costituzione che debolmente ci protegge, ma che da questi politici mediocri e corrotti, è trattata come se fosse carta straccia.

VIVA LA COSTITUZIONE, VIVA LA REPUBBLICA!



martedì 29 gennaio 2008

RELAZIONE SUI LEGAMI MAFIA E POLITICA

La relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia informa che nelle ultime consultazioni elettorali diversi politici delle regioni meridionali avrebbero fatto ricorso al cosiddetto "voto di scambio", pagando somme di denaro ai boss locali per ottenere voti.
E' notizia di ieri che un consigliere regionale del Pd della Campania, Roberto Conte, è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, per avere ottenuto ottenuto voti dalla camorra, in cambio di promesse di assunzioni e di appalti per la realizzazione di opere pubbliche e di gare per la fornitura di servizi presso strutture pubbliche. Alla fine dello scorso mese di dicembre Conte fu coinvolto in un’altra indagine, condotta sempre dalla procura di Napoli, su presunti appalti truccati, nella quale fu coinvolto anche il capo staff del sindaco, Rosa Russo Iervolino, Luca Esposito, il quale, poi, si è dimesso(passato dalla Dc al Ppi, di seguito all’Udc, a Forza Italia e infine approdato all’Udeur...). Dall'analisi emerge che il maggior numero di procedimenti in corso per indagare sulle infiltrazioni mafiose sono a Napoli (8), segue Catanzaro (7), poi Palermo (2) e con un procedimento ciascuno Catania, Reggio Calabria, Bari e Lecce.



sabato 26 gennaio 2008

CUFFARO DIMESSO


Ebbene sì, Cuffaro si è dimesso!
Si dimette per coerenza...
Avrà seguito l'esempio di Mastella?
Speriamo, però, che Totò non faccia altri danni...

lunedì 21 gennaio 2008

CONDANNATA LA CUPOLA DI COSA NOSTRA

Dalla Sicilia arriva una sentenza importante nei confronti dei componenti della Cupola di Palermo arrestati nel giugno scorso. I 39 imputati del processo Gotha, che avevano scelto di farsi giudicare con il rito abbreviato per avere lo sconto di un terzo della pena, sono stati condannati per un totale di 400 anni di reclusione in accoglimento della richiesta dei P.M.
La pena più alta, vent'anni ciascuno, è stata inflitta ai boss Franco Bonura e Antonino Rotolo, al quale sono stati confiscati beni per un valore superiore ai 50 milioni di euro.

Importante il risarcimento dei danni previsto a carico degli imputati alle parti civili costituitesi in giudizio: Addio pizzo, la FAI (Federazione delle associazioni italiane antiusura e anti-racket), l'associazione degli industriali della provincia di Palermo, Sos impresa Palermo, la spa Marina di Villa Igiea, la federazione provinciale del commercio, del turismo, dei servizi, delle professioni e delle piccole e medie imprese di Palermo, e infine quattordici commercianti cinesi
(costituitisi parte civile dopo essere finiti in giudizio per aver taciuto su atti di intimidazione del racket nei loro confronti).

Tutte le condanne




domenica 20 gennaio 2008

PAPA & CO.

Pubblico qualche estratto dell'articolo di Eugenio Scalfari, comparso oggi su Repubblica, che mi pare particolarmente significativo sul rapporto tra religione e politica in Italia.

ATEI DEVOTI NEL GIARDINO DEL PAPA
di Eugenio Scalfari

(...) Il dibattito sulla presenza-assenza del Papa all'inaugurazione dell'anno accademico della Sapienza ha rinfocolato alcune differenze sui modi di pensare e sui comportamenti pratici che ne derivano.
Il Vicario di Roma, cardinal Camillo Ruini, ha lanciato da giorni l'appello ad un'adunata di massa all'"Angelus" di oggi in piazza San Pietro. L'adunata ha preso inevitabilmente la forma politica che è propria delle manifestazioni di massa, dove è più il numero che la qualità a determinare gli esiti di una politica "muscolare".

Così bisogna di nuovo affrontare quei temi, precisare il significato di gesti e di parole, capire, se possibile, il senso di ciò che accade. La storia dello Stato italiano è fortemente intrecciata con quella della Chiesa. In nessun altro Paese questo intreccio è stato tanto condizionante e la ragione è evidente: siamo il luogo ospitante del Capo della cattolicità. Siamo stati e siamo il "giardino del Papa", ci piaccia o no. Questa condizione ha determinato in larga misura la nostra storia sociale e nazionale. Nel positivo e nel negativo, nelle azioni degli uni e nelle reazioni degli altri. Le persone ragionevoli non dovrebbero mai dimenticare queste condizioni di partenza, ma spesso purtroppo accade il contrario.

* * *

Metto al primo posto del mio ragionare l'incidente della Sapienza. Su di esso si è già espresso il nostro direttore ed io concordo interamente con lui: una laicità malata ha suggerito ad un gruppo di docenti e di studenti comportamenti di contestazione in sé legittimi ma divenuti oggettivamente provocatori. Di qui la necessità di garantire la sicurezza dell'insigne ospite, di qui la possibilità di tumulto tra opposte fazioni, di qui infine il fondato timore che Benedetto XVI dovesse parlare nell'aula magna mentre sotto a quelle finestre i lacrimogeni e i manganelli avrebbero potuto esser necessari: spettacolo certamente insopportabile per il "Pastor Angelicus" che predica pace e carità.

La contestazione "stupida", tuttavia, non è nata dal nulla ed è l'effetto di varie cause, anch'esse ricordate nell'articolo di Ezio Mauro: l'invito incauto del Rettore nel giorno, nell'ora e nel luogo dell'inaugurazione dell'anno accademico. Non dovrebbe essere un evento mondano e mediatico bensì l'indicazione delle linee-guida culturali e dei problemi concreti della docenza e degli studenti.

Il Rettore, evidentemente, ha un altro concetto, voleva l'evento. E l'ha avuto col risultato di dividere l'Università, la società, la cultura, le forze politiche, in una fase estremamente delicata della nostra vita pubblica.

Un esito catastrofico da ogni punto di vista, di cui il Rettore dovrebbe esser consapevole e trarne le conseguenze per quanto lo riguarda. (...)

La risposta della gerarchia, guidata ancora da Ruini, è stata l'adunata di stamattina. Mentre scrivo non so ancora quale sarà l'esito quantitativo ma prevedo una piazza gremita e un mare di folla fino al bordo del Tevere. È un evento da salutare con piena soddisfazione? È una "serena manifestazione di affetto e di preghiera" per testimoniare l'amore dei fedeli al Santo Padre? Certamente è una manifestazione più che legittima.

Certamente le presenze spontanee saranno robustamente rinforzate dalle presenze organizzate, treni e pullman sono stati ampiamente mobilitati senza risparmio di mezzi dal Vicario del Vicario. La motivazione è esplicita: dimostrare al Papa l'amore del suo gregge dopo l'offesa subita.

Se questa non è una motivazione politica domando al Vicario del Vicario che cosa è. Se questo non avrà come effetto di acuire la tensione degli animi, la lacerazione d'un tessuto già usurato e logoro, ne deduco che il Vicario è privo di intelligenza politica. Ma siccome sappiamo che invece ne è ampiamente provvisto, ne consegue che il Vicariato di Roma si prefigge di accrescere la tensione degli animi e di annunciare venuta l'ora di rilanciare il partito guelfo che ha sempre avuto in cuore.

La Segreteria di Stato vaticana è dello stesso avviso? La Chiesa è unanime in questo obiettivo?

* * *

Abbiamo celebrato giovedì scorso in Senato il senatore, lo storico, il fervido credente Pietro Scoppola, da poco scomparso, alla presenza di molti cattolici che hanno condiviso il suo pensiero e la sua fede e si propongono di continuare nell'impegno da lui auspicato.

Scoppola aveva scavato a fondo nella storia dei cattolici italiani e nell'atteggiamento di volta in volta assunto dalla gerarchia e dal magistero papale. Distingueva il popolo di Dio dalla gerarchia; sosteneva che la gerarchia è al servizio del popolo di Dio e non viceversa.

Mi ha fatto molto senso vedere, proprio alla vigilia del mancato intervento del Papa alla Sapienza, la messa celebrata da Benedetto XVI nella Sistina col vecchio rito liturgico rinverdito a testimoniare la curva ad U rispetto al Concilio Vaticano II: il Papa con la schiena rivolta ai fedeli e la messa celebrata in latino.
Qual è il senso di questa scelta regressiva se non quello di ribadire che il mistero della trasformazione del vino e del pane in sangue e carne di Gesù Cristo viene amministrato dal celebrante senza che i fedeli possano seguire con gli occhi e in una lingua sconosciuta ai più? Il senso è chiarissimo: l'intermediazione dei sacerdoti non può essere sorpassata da un rapporto diretto tra i fedeli e Dio. Il laicato cattolico è agli ordini della gerarchia e non viceversa. Lo spazio pubblico è fruito dalla gerarchia e - paradosso dei paradossi - dagli atei devoti che hanno come fine dichiarato quello di utilizzare politicamente la Chiesa.

* * *

Si continua a dire, da parte della gerarchia e degli atei devoti, che i laici-laici (come vengono chiamati i credenti veramente laici e i non credenti che praticano la laicità democratica) vogliono relegare la religione nello spazio privato delle coscienze.

Questa affermazione è falsa. Chi pratica la laicità democratica sostiene che tutte le opinioni dispongono legittimamente di uno spazio pubblico per esporre e sostenere i loro modi di pensare.

La libertà religiosa è una, e direi la più importante, da tutelare sia nel foro della coscienza che in quello pubblico. Non mi pare che difetti quello spazio, mi sembra anzi che la gerarchia lo utilizzi pienamente anche a scapito di altre religioni e massimamente di chi non crede e potrebbe in teoria reclamare uno spazio più confacente.

Ma noi non abbiamo obiettivi di proselitismo. Facciamo, come si dice, quel che riteniamo di dover fare, accada quel che può. Tra l'altro cerchiamo di amare il prossimo e riteniamo che la predicazione evangelica contenga grande ricchezza pastorale quando non venga stravolta in strumento di potere, il che è accaduto purtroppo per gran parte della storia del Cristianesimo da parte non del popolo di Dio ma della gerarchia che l'ha guidato con l'obiettivo del temporalismo e del neo-temporalismo. (...)


Mi restano due osservazioni da fare. Giornali di antica tradizione laica sembrano aver perso la bussola e si schierano apertamente accanto agli atei devoti.
Di atei devoti la storia d'Italia è purtroppo gremita.
L'ultimo nella fase dell'Italia monarchica fu Benito Mussolini. In tempi di storia repubblicana gli atei devoti fanno ressa e la faranno anche oggi alle transenne di piazza San Pietro.

Questa prima osservazione mi conduce alla seconda.
L'onorevole Mastella nella sua conferenza stampa di Benevento, mentre gli grandinavano addosso pesanti provvedimenti giudiziari, ha fatto come prima affermazione quella relativa alla sua presenza oggi a piazza San Pietro.

Dopo averla fatta si è guardato fieramente intorno con sguardo lampeggiante e ha scandito: "Io sono con il Papa e andrò a testimoniarlo in piazza".
Ne ha pieno diritto. (...) Il problema è sul comportamento politico e morale di Mastella, di sua moglie del suo clan.

Un comportamento clientelare e ricattatorio che non ha scuse di sorta, rappresenta una deviazione molto grave dalla democrazia. Non è assolutamente valida la giustificazione proveniente dal fatto che si tratta di un male diffuso.

Negli stessi giorni della "mastelleide" abbiamo assistito anche alla "cuffareide": il popolo non di Dio ma di Totò Cuffaro si è radunato in preghiera nelle chiese della Sicilia; il "governatore" ha pianto di gioia e si è fatto il segno della croce quando ha ascoltato la lettura della sentenza dalla quale è stato condannato a cinque anni di reclusione (che non farà) e all'interdizione dai pubblici uffici che non rispetterà.

Il capo del suo partito, Casini, e il capo della coalizione di centrodestra, Berlusconi, si sono immediatamente complimentati con lui.

Che cos'ha di cattolico il comportamento di Clemente Mastella e di Totò Cuffaro? Nulla. Anzi è il contrario dello spirito cristiano.

Fossi nei panni del Vicario del Vicario farei discretamente e con mitezza sapere a Mastella, a Cuffaro, a Berlusconi, a Casini, che i loro comportamenti sono a dir poco imbarazzanti per la Chiesa e forse farebbero bene a non presenziare manifestazioni di testimonianza cristiana. Ma se poi si venisse a sapere che anche Camillo Ruini è un ateo devoto? Del resto sarebbe l'ultimo in ordine di tempo di un'interminabile sfilata di papi, cardinali, vescovi, abati, che tradirono - devotamente - il messaggio celeste del Figlio dell'uomo, da essi rappresentato.

sabato 19 gennaio 2008

De Magistris è stato trasferito: qualcuno se ne è accorto?

Non c'è uno straccio di notizia...
anche sul blog di Beppe Grillo non c'è nulla.
Si è consumato un fatto gravissimo, ma per via della condanna di Cuffaro è passato quasi sotto silenzio: IL TRASFERIMENTO DI DE MAGISTRIS, il quale non potrà neppure più svolgere ruoli investigativi.
Lo dobbiamo scrivere, lo dobbiamo urlare!
Il CSM ha trasferito un magistrato perché stava indagando dove non avrebbe dovuto. Quando qualcuno in questo paese inizia a fare qualcosa, lo uccidono, lo trasferiscono, in qualche modo lo fanno fuori.

Lancio una provocazione: non è che il CSM ha scelto proprio ieri (si sapeva che ci sarebbe stata la sentenza sul caso Cuffaro) per far passare il trasferimento sotto silenzio?

venerdì 18 gennaio 2008

Il segno dei quattro


Ebbene, una serata ricca di sorprese.
A Cuffaro, "condannato" per favoreggiamento semplice a Cosa Nostra, solidarietà e rispetto.
De Magistris, "condannato" al trasferimento, è finito nel dimenticatoio.

Devo dire che rispetto a Cuffaro, Mastella ci ha fatto una gran bella figura. Lui almeno, semplice indagato, si è dimesso.
Sarà un miracolo della Sapienza del papa che per una santa volta è rimasto in silenzio?

Cuffaro condannato...ma non si dimette!

Dal Corriere della sera
Il presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro - imputato di favoreggiamento aggravato alla mafia e violazione di segreto d'ufficio - è stato condannato a cinque anni di reclusione per favoreggiamento semplice senza l'aggravante di aver favorito Cosa Nostra e per violazione del segreto istruttorio nel processo di primo grado sulle Talpe alla Procura di Palermo. Cuffaro è stato anche interdetto dai pubblici uffici per tutta la durata della pena, interdizione che però scatterà solo in caso di conferma del giudizio anche in appello. Prima della lettura della sentenza Cuffaro, presente in aula, aveva detto: «Sono rispettoso delle istituzioni».
Lo scorso 15 ottobre, la procura palermitana aveva chiesto otto anni di reclusione per Cuffaro, che ha sempre respinto ogni addebito. La sentenza è arrivata dopo 56 ore di camera di consiglio. Cuffaro è stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici ma, annunciando il ricorso in appello contro la sentenza, ha annunciato ai giornalisti che domattina tornerà al suo lavoro. «Sono molto confortato da questa sentenza - ha detto Cuffaro - perché ho sempre saputo di non avere favorito la mafia e questa sentenza me ne dà atto». «Sapete tutti, l'ho detto da un anno che mi sarei dimesso soltanto se ci fosse stata l'aggravante - ha aggiunto - Da domani mattina ricomincerò a lavorare per la Sicilia perché il governo (siciliano) non può ancora restare in questo stato di impasse», ha aggiunto il governatore siciliano. «Grazie a tutti i siciliani che mi hanno sostenuto» ha concluso.

Cuffaro condannato!

Cuffaro condannato a cinque anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici!

domenica 13 gennaio 2008

CHIEDIAMO I DANNI A COSA NOSTRA

Chiediamo i danni a Cosa Nostra

Per maggiori informazioni visitate IL GRILLO DI PALERMO

Firmate la petizione su http://www.petitiononline.com/nomafia/petition.html

Per inserire il banner cliccate qui.

sabato 12 gennaio 2008

Scrive Roberto Saviano

È un territorio che non esce dalla notte.E che non troverà soluzione. Quello che sta accadendo è grave,
perché divengono straordinari i diritti più semplici: avere una strada accessibile, respirare aria non marcia, vivere con speranze di vita nella media di un paese europeo. Vivere senza dovere avere l´ossessione di emigrare o di arruolarsi. E´ una notte cupa quella che cala su queste terre, perché morire divorati dal cancro diviene qualcosa che somiglia ad un destino condiviso e inevitabile come il nascere e il morire, perché chi amministra continua a parlare di cultura e democrazia elettorale, comete più vane delle discussioni bizantine e chi è all´opposizione sembra divorato dal terrore di non partecipare agli affari piuttosto che interessato a modificarne i meccanismi. Si muore di una peste silenziosa che ti nasce in corpo dove vivi e ti porta a finire nei reparti oncologici di mezza Italia. Gli ultimi dati pubblicati dall´Organizzazione Mondiale della Sanità mostrano che la situazione campana è incredibile, parlano di un aumento vertiginoso delle patologie di cancro. Pancreas, polmoni, dotti biliari più del 12% rispetto alla media nazionale. La rivista medica The Lancet Oncology già nel settembre 2004 parlava di un aumento del 24% dei tumori al fegato nei territori delle discariche e le donne sono le più colpite. Val la pena ricordare che il dato nelle zone più a rischio del nord Italia è un aumento del 14%. Ma forse queste vicende avvengono in un altro paese. Perché chi governa e chi è all´opposizione, chi racconta e chi discute, vive in un altro paese. Perché se vivessero nello stesso paese sarebbe impensabile accorgersi di tutto questo solo quando le strade sono colme di rifiuti. Forse accadeva in un altro paese che il presidente della Commissione Affari Generali della Regione Campania fosse proprietario di un´impresa - l´Ecocampania - che raccoglieva rifiuti in ogni angolo della regione e oltre, e non avesse il certificato antimafia. Eppure non avviene in un altro paese che i rifiuti sono un enorme business. Ci guadagnano tutti: è una risorsa per le imprese, per la politica, per i clan, una risorsa pagata maciullando i corpi e avvelenando le terre. Guadagnano le imprese di raccolta: oggi le imprese di raccolta rifiuti campane sono tra le migliori in Italia e addirittura capaci di entrare in relazione con i più importanti gruppi di raccolta rifiuti del mondo. Le imprese di rifiuti napoletane infatti sono le uniche italiane a far parte della EMAS, francese, un Sistema di Gestione Ambientale, con lo scopo di prevenire e ridurre gli impatti ambientali legati alle attività che si esercitano sul territorio. Se si va in Liguria o in Piemonte numerosissime attività che vengono gestite da società campane operano secondo tutti i criteri normativi e nel miglior modo possibile. A nord si pulisce, si raccoglie, si è in equilibrio con l´ambiente, a sud si sotterra, si lercia, si brucia. (...)

giovedì 10 gennaio 2008

Rifiuti - Italia 1-0

Eviterò di fare la cronaca di quanto sta succedendo in Campania perché ne sappiamo troppo (poco?) dai telegiornali e dai quotidiani.
In mezzo la tragedia che stanno vivendo tante persone, quando escono di casa e si ritrovano in un mare di rifiuti con il rischio di malattie e tutto il resto, un'altra domanda mi sorge.
Un turista, un qualsiasi turista che in questi giorni avesse deciso di andare a visitare Napoli, che cosa direbbe? Non credo che reputerebbe l'Italia un paese civile e avanzato come pretende di essere... e, secondo me, avrebbe ragione.
E gli Italiani, quando viaggiano, imparano qualcosa, invece?
Durante tutti i miei (pochi purtroppo) viaggi all'estero la maggior parte dei miei compagni riportava a casa, per lo più, i racconti di quanto fossero antipatici o chiusi o poveri gli abitanti del posto visitato.

Tutto ciò mi ha sempre fatto molta tristezza, e continua a farmela... come mi rende delusa vedere la Campania oggi... forse tutti quei rifiuti per strada sono il simbolo di tutto il marcio che c'è nel nostro paese, che tutti o quasi cercano di nascondere, e ogni tanto riemerge con prepotenza, ma è destinato ad essere di nuovo nascosto, voluto dimenticato... e mi chiedo: quanto durerà ancora?