sabato 25 ottobre 2008

CONTRO LA LEGGE 133: SI ALL'UNIVERSITA' PUBBLICA

Ieri a Bologna, a partire dalle 15, si è svolta un'assemblea di Ateneo, convocata dal Senato Accademico, per discutere della legge 133.
E' stata un'esperienza molto coinvolgente prendere parte a questa assemblea, per vari motivi: non avevo mai assistito a un'assemblea di Ateneo "ufficiale" e l'Aula Magna era gremita di persone.

I punti controversi della legge sono tre:
1. un taglio del 10% del Fondo di Finanziamento Ordinario (in genere gli Atenei con il 90% dei trasferimenti statali pagano solo gli stipendi);
2. Il blocco del turn over: ogni 5 pensionati verrà assunta solo una persona nuova;
3. la possibilità per le università di scegliere di trasformarsi in fondazioni private.

Per quanto riguarda i primi due punti, si possono fare varie considerazioni di tipo politico, sottolineando che questo sarebbe il taglio più alto rispetto a tutti quelli precedenti; come ha sottolineato il preside di Scienze della Formazione, siamo in un paese che assume più carabinieri che bidelli, ma in Italia ci sono più bambini che delinquenti; inoltre, il nostro governo ha trovato denaro pubblico per Alitalia e le banche, ma denaro non ce n'è mai per l'istruzione PUBBLICA.
Per quanto riguarda l'ultimo punto, non è necessario neppure fare valutazioni politiche: la privatizzazione delle università, anche se solo eventuale, è assolutamente INCOSTITUZIONALE. Come ha sottolineato il professor Cimbalo, docente di Diritto Ecclesiastico alla facoltà di Giurisprudenza, l'art. 33 afferma:
l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione e istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Il che rende inammissibile l'ipotesi che non esista più in Italia neppure un'università pubblica.
A gran voce l'assemblea ha richiesto al Rettore e al Senato Accademico il blocco della didattica per un giorno e la soppressione della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico. Avanti con le lezioni in piazza, che non costituiscono una limitazione del diritto allo studio di quegli studenti che non condividono la protesta, ma costituisce un ritorno simbolico al tempo in cui si discuteva di cultura nelle piazze (si pensi agli Antichi Greci).

Si attendono risposte...

Per maggiori info visita l'articolo di La Repubblica

4 commenti:

AKUL87 ha detto...

Non devono passare!

Se privatizzano l'università il prossimo obiettivo sarà la sanità...

DOBBIAMO FERMARLI!!

Adduso ha detto...

Questi sono un "concentrato" di capitalisti e podestà.

Non mi viene in mente in Italia un momento storico con una "mistura" simile.

Neanche la Dc aveva queste nefaste caratteristiche.

Poi, purtroppo, chi non li conosce per tempo, non si accorge che sono "SQUALI VESTITI DA PRETE".

Adduso ha detto...

Per Akul87

" dobbiamo fermarli ..."
---------------------------------------------------

Forse lì ... qualche possibilità ancora vi resta, mentre qui la vedo drammatica con queste "intese":

"Mpa: prove d'intesa col Pd"

http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=10625&sez=HOME_INITALIA&npl=&desc_sez=

autores ha detto...

probabilmente gli antichi Greci non cambiano mai e avendo segnato la storia ve la dovrete tirare dietro per qualche anno.