venerdì 18 luglio 2008

DALLA REGIONE PIU' CORROTTA D'ITALIA CON AFFETTO

In questo blog ho parlato di Sicilia, Calabria, Campania... Eppure è oggi l'Abruzzo, la mia regione, ad essere al centro del dibattito sulla corruzione con l'arresto di Ottaviano Del Turco e diversi membri della giunta regionale. Sono loro i protagonisti di una nuova Tangentopoli. La cosa peggiore - per quanto mi riguarda - è che erano persone che anche io avevo votato. Rappresentavano anche me.
Alcuni giornali affermano che Del Turco è innocente nella loro smania di prendersela con i giudici e di invocare la presunzione di innocenza. Peccato che la Costituzione all'art. 27 comma 2 non parli di presunzione di innocenza, ma di presunzione di NON COLPEVOLEZZA.
Oggi un tale del Pd abruzzese ha detto che le dimissioni di Del Turco non dovrebbero essere accettate, perché, poverino, le ha prese nel buio di una cella, coartato dai giudici. Beh certo, come se la poltrona gli appartenesse.
Colpevole o non colpevole, c'è una regione da governare e certo non può farlo una giunta che è praticamente tutta indagata.
Questa in fondo poteva essere davvero una buona occasione per rinnovare il partito e di cacciare certi elementi.. e invece... sarà sempre tutto come prima.
Beh, a novembre io non ci sarò a votare.

1 commento:

Adduso ha detto...

M’interessava quest’opinione, perché da “lontano” non è facile capire come stanno i fatti. Ad ogni modo a questo punto bisognerà vedere anche cosa emergerà nell’udienza preliminare e se dovesse proseguire, attendere il giudizio di merito Il “guaio” tuttavia, sono questi tempi della giustizia troppo, ma troppo lunghi (a mio avviso, voluti anche da certa politica e da certe istituzioni per creare “dipendenza”).

Ma ritornando alla questione, la cosa che mi ha fatto indignare oltre ogni limite, è lo stipendio da 100 mila euro al mese di quel direttore sanitario coinvolto, ciò in quanto, qualche settimana precedente, avevo sentivo lo sconforto più totale ed immaginabile di una laureata in medicina e specializzata, che è costretta, di fatto, a lavorare in nero in queste cliniche private per alcune centinaia di Euro, sotto il fuorviante contratto del libero professionista con partita iva, quindi in condizione precarie e subalterne totali, con il pendaglio di essere licenziata in qualsiasi momento e quindi conseguentemente obbligata a qualsiasi tipo di “prestazione” e “orario”.

E che accade ciò nelle cliniche private, LO SANNO TUTTI ! MA NESSUNO EFFETTUA CONTROLLI !

Per quanto poi riguarda “cacciare” e “rinnovare” in generale la politica, credo che sarà sempre più difficile, salvo eventi inaspettati.

Il link che qui di seguito riporto http://massimoraso.blogspot.com/2008/07/c-un-limite-alla-decenza.html è eloquente di quanto invece continua ad accadere.

Sicilia, Calabria, Campania, ecc. e Abruzzo, tutti, purtroppo, accomunati dalla “politica mafiosa” (presuntuosa, prepotente e prevaricatrice).