sabato 29 settembre 2007

Politici e amicizie poco pulite

Forse non tutti sanno che la storia della collusione tra mafia e politica ha radici lontane. Come ci raccontano Marco Travaglio e Saverio Lodato negli "Intoccabili", il deputato palermitano Vittorio Emanuele Orlando, nonché ministro della Giustizia e presidente del Consiglio dell'Italia prefascista, aveva stretti rapporti con la mafia. Nel 1952, durante una perquisizione in casa del boss italo-americano Frank Coppola, venne rinvenuto un carteggio tra quest'ultimo, Orlando ed altri uomini politici. Tra questi, il 13 aprile 1951 Giovanni Palazzolo scriveva su carta intestata della Camera dei Deputati (come vedete, gli sprechi esistono dagli albori della Repubblica...):

Carissimo don Ciccio,
l'ultima volta che ci vedemmo all'Hotel delle Palme, lei mi diceva giustamente che a Partinico occorreva un deputato regionale giovane, svelto ed amico ed a portata di mano degli amici. L'amico Totò Motisi risponde a tutti questi requisiti ed io ho deciso di aiutarlo con tutte le mie forze. Se a Partinico mi aiutate, lo faremo diventare Deputato.
Con affettuosi saluti, mi creda,
Giovanni Palazzolo

Confrontiamo questa lettera con le intercettazioni di Mastella, attuale ministro della Giustizia, e Antonio Saladino, riportate da "Il Giornale" (non sono solita leggere tale giornale, ma è l'unico che ha riportato queste intercettazioni).
I due discutono di un incontro che Mastella (all’epoca parlamentare) avrebbe dovuto definire con un imprenditore, «un amico mio, che una volta ti ho presentato (...) un grande costruttore, una cosa molto seria». «Sai Clemente - spiega Saladino - voleva conoscerti, fare una chiacchierata con te». Mastella dà subito la sua disponibilità: «Mandamelo verso le 12.15», ovvero neanche un’ora più tardi, visto che la telefonata viene registrata dai carabinieri del nucleo operativo di Lamezia Terme alle 11.37. Ma Saladino rallenta: «No oggi no. Ti chiamo domani e ti fisso un appuntamento con lui?». Mastella ribatte: «Va bene». Quello su cui si stanno concentrando gli inquirenti è lo scambio di battute successivo. O meglio una frase tutta da interpretare dell’attuale ministro: «Tonì, ma tu fatti autorizzà, tu e qualche altro a dare una mano, qua va come dico io, non come dicevi tu, eh!». Saladino replica: «Sì, no, hai ragione, no quello... ha cannato tutto, ha cannato tutto (...) io pensavo che recuperava... e che è presuntuoso, è un presuntuoso... e lo so, lo so che è un casino, se no, lo so che è un casino con Piri..

Sicuramente, da tale dialogo non può necessariamente dedursi che Mastella tenga un comportamento per così dire mafioso, ma la familiarità dei toni certamente mi spaventa. Mi spaventa il fatto che molti politici (non solo Mastella) siano così vicini a persone con trascorsi poco chiari... Questioni di opportunità politica vorrebbero che coloro che governano il paese o aspirano a governarlo si astengano da simili "amicizie". Il fatto poi che Mastella abbia richiesto lo spostamento di De Magistris, il magistrato che sta indagando su quelle intercettazioni, è a dir poco scandaloso! Se il CSM convaliderà lo spostamento del pubblico ministero, qualsiasi magistrato che prenderà il suo posto, ben si asterrà dall'occuparsi di certe faccende....
Tuttavia ciò che ancor più mi fa stare male è la campagna di delegittimazione dei magistrati, che è pericolosissima in un paese democratico.
I giudici possono sbagliare, ma non si può accusare un'intera categoria di persone per l'errore di uno solo. Finché l'imputato era Berlusconi, i magistrati, per il centro-sinistra, erano intoccabili; ma ora che sono stati toccati Mastella e Prodi, e, tornando indietro alle indagini di Clementina Forleo, D'Alema e Fassino, i giudici improvvisamente abusano dei loro poteri.

Giovanni Falcone è stato lasciato solo. Gli hanno bruciato tutto intorno. E alla fine è stato ucciso.

Mi sorge un forte dubbio relativamente all'onestà di politici che si lamentano degli eccessi di potere di giudici, che semplicemente stanno facendo il loro lavoro, applicando, cioè, un supremo principio del nostro ordinamento: "La legge è uguale per tutti".

(Per maggiori informazioni su Mastella, Saladino e company andate su non dire falsa testimonianza)

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