martedì 27 novembre 2007

INTIMIDAZIONI A LIBERA IN ABRUZZO

TAGLIACOZZO (AQ) Ieri mattina il presidente di Libera dell'Abruzzo, Giuseppe La Pietra, pastore valdese, ha trovato la propria casa sottosopra. Forse l'evento potrebbe essere stato causato da semplici ladri (che non hanno portato via nulla...), ma l'ipotesi più probabile pare essere quella di un gesto intimidatorio contro l'operato di La Pietra e di Libera in Abruzzo. Esso giunge, infatti, dopo un convegno organizzato dall'associazione ad Avezzano, a cui ha partecipato il magistrato anti-mafia Michele Prestipino. La Pietra era già stato vittima di un atto intimidatorio a maggio, quando aveva ricevuto una lettera di minacce subito dopo un'iniziativa che aveva visto la presenza di Don Luigi Ciotti. Nella casa, sono stati trovati strappati i manifesti delle iniziative di Libera.
Il pastore ha ricevuto solidarietà dal mondo politico e da rappresentanti dell'associazionismo (ICNnews).

La presenza della mafia in Abruzzo dà (d'altronde come in altre regioni) segnali preoccupanti. Ad ottobre il senatore di Rifondazione Comunista Giuseppe Di Lello ha presentato una interrogazione relativa alle attività di riciclaggio da parte della criminalità organizzata in Abruzzo ed, in particolare, nell’area della Marsica.

"La Direzione Nazionale Antimafia, nella sua relazione annuale (dicembre 2006) relativa alle dinamiche e strategie delle associazioni mafiose nel Distretto de L’Aquila, ha confermato che il territorio è immune da «radicati insediamenti di matrice mafiosa», sebbene siano in costante aumento «ed assumano connotati di maggiore significatività» le presenze criminali organizzate nel pescarese e nel teramano (principalmente nel settore del gioco d’azzardo, della contraffazione illegale di prodotti commerciali e dello spaccio di sostanze stupefacenti).

«Le conclusioni potrebbero dar luogo ad un quadro relativamente tranquillo», sottolinea Di Lello nella sua interrogazione, «anche perché la regione è lontana da fatti di sangue, plateali azioni intimidatorie o attentati dinamitardi di matrice estorsiva, che caratterizzano le mafie più pericolose».

Ma quali sono gli “indizi” che creano perplessità?«C’è un numero di istituti bancari e società finanziarie assolutamente abnorme rispetto alla densità della popolazione», sostiene l’ex magistrato, «al reddito pro capite, e al volume economico delle imprese attive. La Polizia giudiziaria ha accertato una decina di bancarotte fraudolente e truffe con conseguenti indebiti arricchimenti per almeno 5 milioni di euro». Gli investigatori della Procura distrettuale di Palermo, inoltre, seguendo il così detto “tesoro di Ciancimino” (l’ex sindaco di Palermo noto alle cronache giudiziarie) si sarebbero imbattuti «nella “Alba d’oro s.r.l.” che sta realizzando una mega struttura turistica nel territorio del comune di Tagliacozzo»". ( Primadanoi)

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