E' molto grave quanto successo nella procura della Repubblica di Reggio Calabria, dove il pubblico ministero Nicola Gratteri sta svolgendo indagini delicatissime, quali quelle sulla strage di Duisburg, sui presunti brogli elettorali in cui sarebbe coinvolto Marcello Dell'Utri, nonché sui favori alle cosche mafiose da parte del senatore De Gregorio.
Gratteri è uno di quei tanti magistrati sotto scorta che cercano di combattere la 'ndrangheta, scorta che gli è stata rafforzata nel 2005, dopo il ritrovamento a Gioia Tauro, da parte dei Carabinieri, di un arsenale di armi destinato ad ucciderlo.
La scoperta avvenuta a Reggio Calabria è solo la punta dell'iceberg, rappresentato dalla situazione insostenibile in cui versa la magistratura in Calabria, dove indagini ritardate, intimidazioni ai giudici, decorso "agevolato" dei termini di prescrizione sono all'ordine del giorno.
Nessuno sembra interessarsi seriamente alla mafia più forte d'Italia, che detiene quasi un totale monopolio del traffico di droga nel nostro paese.
"(...) Per sciogliere un nodo così serrato, come fu chiaro dopo l'assassinio in un seggio elettorale di Francesco Fortugno o la strage di Duisburg, sarebbe stata necessaria una battaglia nutrita di un alimento etico-politico; un adeguato sostegno allo spirito pubblico; il coinvolgimento di individui e gruppo, élite e popolo su obiettivi comprensibili e condivisi capaci di rendere concreta la convenienza della legalità e assai fallimentare la scelta dell'illegalità. (...) La verità è che non è mai riuscita a diventare una priorità né dei pubblici poteri né dell'opinione pubblica la distruzione di un'organizzazione criminale capace di controllare un terzo del traffico di cocaina del mondo con profitti per decine di miliardi di euro né un'urgenza il riscatto di una regione dove operano 112 cosche, c'è un'intensità criminale del 27 per cento (pari a una persona su quattro), con un epicentro nel Reggino di 4-5 mila affiliati su una popolazione di 576 mila abitanti.
L'affare è precipitato, come sempre accade in casa nostra, sulle spalle della magistratura (...)".
Giuseppe D'Avanzo, La Repubblica, 27 aprile 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
3 commenti:
Mi era sfuggito questo articolo. Grazie per averlo riproposto qui.
Come sempre ottimi post, interessanti e pieni di spunti di riflessione.
Grazie!
Posta un commento