sabato 14 febbraio 2009

GIURIE POPOLARI NEI PROCESSI PER MAFIA?

Fabio Granata, deputato del PDL, nonché vicepresidente della Commissione d'inchiesta
Antimafia di questa XVI legislatura, ha chiesto al Ministro della Giustizia Alfano di bloccare l'ipotesi della re-introduzione, nei processi per mafia, della giuria popolare. Nella bozza della riforma sulla giustizia, è, infatti, prevista, la competenza della Corte d'Assise nei processi di mafia, il che, secondo Granata, "sarebbe un ritorno al passato e un grande favore alla potenzialita' intimidatrice di Cosa Nostra".
Secondo il parlamentare del Pdl ''la presenza di giudici non togati, cioe' di comuni cittadini, nei collegi giudicanti le associazioni mafiose e' una ipotesi pericolosissima. Tra l'altro, nella configurazione giuridica e nell'accertamento delle responsabilita' dei vincoli associativi per non parlare di quelli che ipotizzano i cosiddetti concorsi esterni occorre una sapienza giuridica e un equilibrio che solo i giudici togati possono avere. Alfano - conclude Granata - blocchi la riforma poiche' sovraesporrebbe comuni cittadini, aumenterebbe la forza condizionante delle mafie e determinerebbe una giustizia meno equilibrata''. (Fonte Asca)

Io sono d'accordo con Granata (per quanto lotta alla mafia ed essere deputato del PDL mi sembrino due situazioni incompatibili). Credo che già sia difficile per un giudice non aver paura in certi processi... una persona comune cosa farebbe?
Voi cosa ne pensate?

4 commenti:

Hombra ha detto...

Sono assolutamente d'accordo con te e con Granata.

Anonimo ha detto...

Anch'io

Adduso ha detto...

“lagiustizieradellanotte” ha scritto nel suo post:

“(per quanto lotta alla mafia ed essere deputato del PDL mi sembrino due situazioni incompatibili)”
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In generale è molto vero, ma qualche eccezione c’è comunque.

Tuttavia, come mi disse anni addietro un anziano avvocato, quando si passa lo Stretto non si sa mai dove sono più i confini.

E tanto è vero questo che puoi trovare una conferma anche in questo sito

http://www.societacivile.it/primopiano/articoli_pp/berlusconi/nuovicandidati.html

in cui tra l’altro è riportato:

“Ex sindaco di Enna e uomo forte dei Ds siciliani, è sotto inchiesta insieme a Totò Cuffaro per violazione di segreto d'ufficio nell'inchiesta su Messina Ambiente. Una telecamera nascosta in un hotel di Pergusa, inoltre, il 19 novembre 2001 registrò un suo incontro con un boss mafioso, Raffaele Bevilacqua, giý latitante, arrestato e condannato in primo grado per mafia. Il politico diessino, a margine di un congresso, discuteva tranquillamente con il boss di politica locale, affari e appalti. Per questo Vladimiro Crisafulli, detto Mirello, Ë stato indagato dalla procura di Caltanissetta per concorso esterno in associazione mafiosa.
Indagine archiviata nel febbraio 2004, perchè quel colloquio non portÚ alcun beneficio concreto a Cosa nostra. Resta perÚ "dimostrata da parte di Crisafulli la disponibilitý a mantenere rapporti con il Bevilacqua, accettando il dialogo sulle proposte politiche dello stesso, ascoltando la sua istanza e rispondendo alle domande sulle possibili iniziative politico-amministrative, in particolare in materia di finanziamenti e appalti". "Crisafulli appare disponibile a esplorare con Bevilacqua l'area delle ipotesi strettamente politiche nel territorio e, in parte, ad addentrarsi nell'area grigia dell'affarismo politico-elettorale". Quell'incontro e altri che seguirono costituiscono, secondo la procura, "un complesso di contatti e disponibilitý al dialogo di inquietante valenza". "La pubblicitý dell'incontro... enfatizza in tutti i presenti al congresso l'idea di stabili contatti mafia-politica, con ovvio vantaggio per la prima".

I pm aggiungono che il collaboratore di giustizia Angelo Leonardo ha indicato Crisafulli come "persona conosciuta dal padre Gaetano Leonardo, capofamiglia di Enna" e che "la candidatura del Crisafulli alle elezioni regionali del 2001 avrebbe dovuto essere sostenuta dalla famiglia mafiosa in previsione della possibilità di ottenere, per il tramite dello stesso Crisafulli, contatti nel mondo imprenditoriale. Tuttavia l'arresto nel maggio 2001 di Leonardo Gaetano e del figlio, unitamente ai componenti della famiglia mafiosa di Enna, impediva la concretizzazione del progetto".
Ce n'è abbastanza per chiedere l'archiviazione sul piano penale. Ma ce ne sarebbe a sufficienza almeno per bloccare la sua carriera politica, tantopiù nel partito che fu di Pio La Torre. Invece è stato candidato dai Ds in un posto sicuro per la Camera in Sicilia-2. E quando Antonio Di Pietro ha criticato l'incredibile decisione della Quercia, Luciano Violante gli ha replicato che "non esiste alcun motivo di incompatibilità: Crisafulli è nelle stesse condizioni in cui si è trovato in passato Di Pietro, prima incriminato e poi assolto". Con la differenza che Di Pietro non è oggi indagato, mentre Crisafulli sì. Di Pietro fu accusato su notizie false e non ha mai mostrato "disponibilità" verso mafiosi, anzi Cosa nostra nel 1993 aveva progettatodi assassinarlo (Violante è oggi nella stessa lista che ospita Mirello: numero 1 Rutelli, 2 Violante, 3 Piscitello, 4 Crisafulli. Il quale entrerà certamente a Montecitorio. E chissà, magari anche nella Commissione antimafia).”

Kees Popinga ha detto...

ahaha la giuria popolare .... ma su ridiamoci sopra:

http://www.youtube.com/watch?v=VBdtcXm9E0I