Il mio ultimo post risale alla mia "prima" vita... era il 5 aprile.
Il 6 aprile ha diviso la mia vita in due parti: il prima e il dopo terremoto: il terremoto che ha distrutto la mia città, il luogo in cui si sono consumati i ricordi di 20 anni di vita. Sapere che quei luoghi non ci sono più è una sensazione terribile, che non auguro a nessuno di provare.
E' terribile essere vivi, quando tanti tuoi coetanei, tanti bambini, tante donne, tanti uomini sono morti sotto le rovine della tua città e tu ci sei ancora. C'eri quando arrivavano le telefonate da parenti e amici su loro, i morti... in pochi attimi scoprivi che una vita era finita, ma non riuscivi a crederci, non realizzavi.
Com'è possibile che la mia città non esista più?
Siamo dovuti scappare come profughi, da una terra che tremava, ribolliva, fremente di distruzione.
Siamo dovuti fuggire da ciò che ci era più caro, con il dolore nel cuore, ringraziando egoisticamente di essere vivi, nella consapevolezza di una ingiustizia che nemmeno Dio potrà spiegarci mai.