giovedì 16 ottobre 2008

Lettera al Ministro Ombra della Giustizia

Introduco un post che mi ha inviato Adduso.
Si tratta di una lettera che ha scritto al Ministro Ombra per la Giustizia del Partito Democratico, Lanfranco Tenaglia, in occasione dell'approvazione nella Camera di un emendamento presentato dal Pd stesso. Esso prevede la non ammissibilità del ricorso in Cassazione nei giudizi civili, quando la sentenza di appello ha confermato quella di primo grado.
Ecco la lettera:


Egregio On. Lanfranco Tenaglia, Ministro-Ombra per la Giustizia del PD,
mi permetto di scriverle dopo avere appreso su internet che il governo è stato recentemente battuto alla Camera su un emendamento del PD alla manovra economica in materia di giustizia civile. L'emendamento riguarda l'appello nel processo civile, dichiarando non ammissibile il ricorso in Cassazione contro una sentenza di appello che confermi quella di primo grado. Presentato da Donatella Ferranti del PD, viene giudicato tecnico in ambienti del governo e della maggioranza, perché introdurrebbe un ulteriore filtro rispetto a un dato specifico.
Mi auguro, che nelle file dell'opposizione, qualcuno si possa rendere conto del gravissimo danno fatto ai comuni cittadini, soprattutto noi meridionali, che saremo ridotti che alla fine, per non soccombere davanti ad una notoria (senza generalizzare) "giustizia" locale preorganizzata (vedasi inchieste "rito peloritano" e "gioco d'azzardo") e quindi non consumarci economicamente ed esistenzialmente per risolvere i nostri problemi e conflitti, ci rivolgeremo (seppure oltremodo
sbagliando) come in passato ai "capi bastone" della zona.

Si è ancora in tempo per tornare indietro, perché si deve pure esprimere il Senato, e per questo da comune e semplice cittadino mi appello al Pd, affinché non ci venga messo attorno al collo di noi persone del Sud anche questo "laccio mafioso", in quanto per noi sarebbe veramente la fine e stavolta "senza Cassazione", poichéripeto, questa situazione (per la mia modestissima esperienza in trincea) potrebbe rappresentare una notevolissima limitazione di noi
cittadini del SUD quando tentiamo, bene o male, di resistere
all'evidente "sistema politico-istituzionale-affaristico mafioso" che ci
soffoca senza tregua.
Infine, mi sia consentito riportare un eloquente passo di un discorso di Paolo Borsellino, che ho tratto dal Blog Ribera Online e trascritto dal suo gestore Freeesud:

"...la verità è che vi è stata una delega inammissibile a magistrati e polizia di occuparsi essi solo della mafia... poi lo stato non ha fatto nulla per creare una amministrazione della giustizia efficiente in senso soprattutto civile... noi sappiamo del grande sfascio che c'è nella giustizia, soprattutto civile in Italia... mi riferisco al meridione ma ci sono grossi problemi del genere anche in tutte le altre parti d'Italia..."; in un altro brano dice: "...perché ci sono dei bisogni del cittadino che sono il bisogno di giustizia, di sicurezza sia dal punto di vista civile che dal punto di vista economico che il cittadino chiede gli vengano assicurati...";
"...quando queste cose non funzionano... ecco che queste organizzazioni traggono forza perché un surrogato di questa fiducia le organizzazioni criminali riescono ad assicurarlo... nel momento in cui sei io mi rivolgo a loro... si ha la possibilità di recuperare un debito... pagando un pizzo, in realtà si ha un servizio, mi protegge...".


Confido quindi nella Sua attenzione di Magistrato e Politico.

Distinti saluti,

Adduso

4 commenti:

articolo21 ha detto...

Il tuo blog ha sempre dei post molto interessanti. Saluti. :)

Anonimo ha detto...

Il giudizio di Cassazione è un diritto di garanzia molto importante. Assicura l'esatta osservazione e intrepretazione della legge. Rappresenta una garanzia che è irrinunciabile in un sistema giudiziario disastrato come quello attuale. Forse, in futuro, quando (o meglio se) la giustizia italiana percorrerà binari più lineari ed efficienti si potrà pensare alla eliminazione del giudizio di Cassazione, in modo da abbreviare ulteriomente i tempi del giudizio. Nella situazione attuale, però, sarebbe un suicidio giuridico. Si correrebbe il rischio di esporre il cittadino italiano dinanzi ad una giustizia non uniforme. Abbreviare di un po i tempi senza garantire la qualità del giudizio non risolve i problemi della giustizia civile italiana. Le parole di Paolo Borsellino sono come sempre attualissime (purtroppo). Le organizzazioni mafiose si nutrono dell'inefficienza del sistema-stato e tendono a garantire, ai cittadini, un surrogato basato su principi criminali. Le mafie sostituiscono lo Stato e si impadroniscono di fette importanti del territorio e del potere. Ciò riguarda tutta l'Italia, non solo il sud.

la giustiziera della notte ha detto...

Probabilmente si può rilevare anche un profilo di incostituzionalità di questa norma. L'art. 111 comma 7 della Costituzione afferma: " Contro le sentenze e contro i provvedimenti sulla libertà personale (...) è sempre ammesso ricorso in Cassazione per violazione di legge". Credo che questo articolo si applichi non solo alle sentenze che limitano la libertà personale, ma a tutte le sentenze, sia in sede civile, sia in sede penale.
In ogni caso, io ritengo che avrebbe avuto più senso abolire l'appello più che il ricorso in Cassazione, che ha un ruolo fondamentale anche dal punto di vista giuridico, non solo, dunque, per l'esito del processo: assicura (almeno tendenzialmente) l'uniformità dell'interpretazione della legge.

Adduso ha detto...

http://www.enricodigiacomo.it/?p=1595#respond


http://www.centroimpastato.it/php/crono.php3?month=2&year=1998

"... 21 Febbraio 1998 ... I rappresentanti di Rifondazione e dei Verdi nella Commissione antimafia ..."