venerdì 5 ottobre 2007

Ilaria Alpi e Miran Hrovatin: un altro caso archiviato, ma non ancora risolto

La procura di Roma, nel giugno scorso, ha stabilito l'archiviazione dell'indagine sulla morte di Ilaria Alpi e del suo operatore Miran Hrovatin, poiché "le investigazioni suppletive effettuate sul duplice omicidio non hanno consentito di evidenziare ulteriori responsabilità oltre a quelle giudizialmente accertate di Hashi Omar Assan", ritenuto uno dei sette membri del comando che sparò.
Ilaria Alpi e Miran Hrovatin furono assassinati il 20 marzo 1994 a Mogadiscio, nel corso delle loro indagini su un presunto traffico internazionale di veleni, rifiuti tossici e radioattivi prodotti nei Paesi industrializzati e stivati nei Paesi poveri dell'Africa, in cambio di tangenti e armi scambiate coi gruppi politici locali. Da allora due commissioni di inchiesta hanno cercato di fare luce sul duplice assassinio.
Carlo Taormina, presidente dell'ultima Commissione, che concluse i suoi lavori nel febbraio del 2006, espresse la tesi che l'omicidio sarebbe avvenuto dopo un fallito tentativo di rapimento da parte di alcuni abitanti di Mogadiscio per un presunto risentimento dei somali nei confronti del popolo italiano. Egli, inoltre, dichiarò: «I due giornalisti nulla mai hanno saputo e in Somalia passarono una settimana di vacanze conclusasi tragicamente».
Certamente una tale conclusione non può soddisfare i parenti delle vittime e l'opinione pubblica in generale, dato che, nonostante la condanna in Italia di Omar Assan, molti rimangono gli interrogativi a cui dare una risposta.
Dopo l'archiviazione da parte della Procura di Roma, oggi la parola passa al Parlamento e in particolare al Senato, che, come riferisce l'Unità, sta decidendo in questi giorni se nominare una nuova commissione d'inchiesta. "Sul fatto che permangono ancora molti segreti pochi sembrano avere dubbi e molti tra i senatori si chiedono se è giunto il momento di aprire qualche cassetto rimasto chiuso da allora".

E' fondamentale che la società civile non dimentichi e porti avanti le sue istanze, la sua voglia di verità
. Essa non deve accontentarsi di risposte facili e superficiali da parte della politica, non solo affinché il suo diritto all'informazione venga garantito da chi governa, ma anche perché è una necessità di giustizia sostanziale a richiederlo.

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